TORINO 16 AGO. Finalmente, anche se ancora lentamente, l’importanza di consumare cibo buono, pulito e giusto, possibilmente coltivato “in casa”, sta sostituendo la moda del cibo spazzatura. In particolare fare un orto, in campagna o in città, può significare molte cose: avere a disposizione verdura fresca, sana e buona ma anche sfidare il degrado delle periferie, educare alla bellezza e al rispetto per l’ambiente. Ma soprattutto, coltivare il proprio cibo significa comprenderne il valore e ristabilire un rapporto intimo con la terra: è uno degli argomenti che si tratteranno nelle Conferenze che si tengono al Teatro Carignano di Torino durante il “Salone del Gusto Terra Madre 2016”, in programma dal 22 al 26 settembre prossimi nel capoluogo piemontese.
“Il giardinaggio – ha dichiarato l’artista, designer e guerilla gardener Ron Finley (in foto) – è l’atto più terapeutico e rivoluzionario che ci sia. È sorprendente ciò che si può fare con il suolo se gli si permette di essere una tela. Ed è dal suolo che si comincia per cambiare una comunità: noi stessi siamo il terreno di una comunità. Siamo noi a dover cambiare, a dover diventare dissidenti eco-rivoluzionari, dei veri e propri coltivatori gangster”.
Finley ha iniziato il cambiamento piantando orti a South Central Los Angeles in lotti abbandonati sulle mediane del traffico, lungo i marciapiedi, per divertimento, per sfida e per offrire qualche alternativa al fast food in una comunità in cui i drive-in uccidevano più persone delle sparatorie.
E non è l’unico a pensarla così: gli orti sono il punto di partenza di numerosi progetti che vogliono cambiare le sorti delle comunità. Questa rivoluzione degli orti sarà protagonista di una conferenza al Teatro Carignano, durante “Terra Madre Salone del Gusto”. Lo sguardo americano di Ron Finley e Alice Waters, pioniera del biologico negli Stati Uniti, si confronterà l’esperienza africana dell’agronomo Edie Mukiibi (in foto), responsabile in Uganda del progetto dei “Diecimila Orti in Africa”. L’incontro sarà moderato da Valerio Borgianelli, membro della Commissione Educazione di Slow Food.
“Sono davvero onorato di partecipare a questo evento – ha detto Ron Finley – e soprattutto di potermi confrontare con due leader come Alice Waters ed Edie Mukiibi. Gli orti per me significano libertà, serenità, bellezza, creatività, ma sono soprattutto un’occasione per insegnare e apprendere non solo come vivere in salute, ma anche come vivere in pace. Spero che coloro che parteciperanno alla conferenza tornino a casa con la consapevolezza che l’orto è un punto di partenza per la vita: se possiamo cambiare il nostro cibo, possiamo cambiare la nostra vita”.
Della stessa idea è Alice Waters, vice-presidente di Slow Food, alla quale va il merito della nascita del primo School Garden di Slow Food, a metà degli anni Novanta, a Berkeley. Oggi il programma di orti scolastici, l’Edible Schoolyard Project, conta un network di più di 4000 scuole.
“Grazie agli orti, – ha spiegato Alice Waters (in foto) – possiamo stare a stretto contatto con la natura e la sua bellezza: questa relazione si completa ancora di più quando dall’orto possiamo trarre il nostro nutrimento. Mangiare ciò che produce un orto significa mangiare con consapevolezza, quella che ci permette di scegliere gli ingredienti della nostra tavola direttamente dai produttori che a loro volta si prendono cura del territorio. Proprio come Ron Finley e Edie Mukiibi, che in modo semplice e accattivante si stanno prendendo cura della loro terra”.
“In Africa – ha spiegato Edie Mukiibi – conosciamo bene il valore degli orti e con il progetto dei Diecimila Orti cerchiamo di rafforzare questa consapevolezza. Ogni orto rappresenta abilità, potere e responsabilità che assumiamo insieme per il futuro del nostro cibo. Il confronto con due personalità come Alice Waters e Ron Finley sarà un importante spunto di riflessione: entrambi sono per me fonte di ispirazione e incoraggiamento. Grazie agli orti promuoviamo il nostro cibo e la nostra gastronomia, rafforziamo i nostri sistemi alimentari tradizionali e difendiamo la biodiversità dei nostri prodotti”.
“Lavoriamo in Paesi e contesti diversi – ha concluso Alice Waters – ma abbiamo molto da imparare uno dall’altro: ispirandoci a vicenda facciamo sì che ci sia un senso di connessione e di interdipendenza su scala globale! Spero che la conferenza inviti le persone di tutto il mondo a prendere coscienza della realtà e a correre dei rischi: dobbiamo essere il cambiamento che vogliamo avvenga nel mondo. L’unico modo per riuscirci non è attraverso le parole, ma costruendo meravigliosi esempi di come possiamo cambiare il nostro sistema alimentare”.
La conferenza “La Rivoluzione dell’orto” si terrà sabato 24 settembre dalle 14 alle 15:30 presso il Teatro Carignano, in Piazza Carignano 6.
Marcello Di Meglio
Leggi l’articolo originale: Terra Madre 2016. La rivoluzione dell’orto urbano sotto casa