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Terra Madre 2016. Acqua: non sprechiamone una goccia

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terramadreacquaalnTORINO 28 AGO. Nell’ambito di “Seminiamo sostenibilità”, nato per raccontare un passo alla volta il percorso ideato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e dedicato alla sostenibilità dell’evento “Terra Madre Salone del Gusto 2016” a Torino dal 22 al 26 settembre prossimi, si può scoprire con Slow Food il progetto SEeD, seme, appunto, acronimo di “Systemic Event Design”. In questa puntata parliamo dell’acqua e di quanto sia importante non sprecarla: vogliamo raccontare di come durante la manifestazione si valorizzerà questo bene comune fornendo ai visitatori acqua sicura, buona, gratuita, oltre che locale e sostenibile.terramadreacqualn

Nel 2002, prima del summit mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg, l’IGBP (acronimo di International Geosphere Biosphere Programme), attraverso una serie di ricerche sull’intervento umano nelle grandi perturbazioni ambientali, ha rilevato che più della metà della quantità globale di acqua dolce accessibile è utilizzata in modo diretto o indiretto dall’uomo, e le riserve idriche sotterranee si stanno rapidamente esaurendo in moltissime aree del pianeta (dalla Cina agli Stati Uniti, dall’India all’Iran). Oggi sono 750 milioni le persone nel mondo che non hanno ancora accesso all’acqua potabile e si stima che, in media, circa 1000 bambini muoiano ogni giorno per malattie diarroiche dovute anche al consumo di acqua non sicura (fonte Giornata Mondiale dell’Acqua 2015, UNICEF).

Come risolvere quindi il problema della scarsità delle risorse idriche garantendo il diritto universale e fondamentale dell’acqua potabile?terramadreacquasporcaln

Alcune nazioni come Israele stanno cercando di rispondere alla questione investendo nella desalinizzazione delle acque marine, altri come gli Stati Uniti acquistano fonti idriche che possano garantire un approvvigionamento nel lungo termine come il bacino imbrifero (la zona di raccolta delle acque piovane che alimentano un fiume, n.d.r.) delle montagne del Catskill, acquistato dallo Stato di New York per 1,5 miliardi di Dollari.

Una delle soluzioni all’emergenza, oltre all’aumento della produzione e a una migliore distribuzione della risorsa, è istruire le persone a non sprecare l’acqua e a non inquinarla, evitando così di alterare il ciclo idrologico naturale. Per fare la propria parte durante l’evento torinese Slow Food ha progettato così una fornitura gratuita e sostenibile di acqua  attraverso l’utilizzo delle colonnine dell’azienda partner del progetto sistemico SMAT.terramadreacquatouretaln

Si sfrutterà per l’occasione anche l’acqua pubblica fruibile attraverso le numerose fontanelle presenti nella città di Torino, i tradizionali “toret”. In questo modo l’acqua sarà disponibile per tutti ed eviteremo così di utilizzare bottiglie in PET che, forse non è noto, per essere prodotte consumano circa la metà dell’acqua che trasportano. Quando le si acquistano il costo effettivo dell’acqua costituisce solo l’1% del costo di produzione totale, mentre l’imballaggio ben il 60%. Bere l’acqua dal rubinetto, dalle fontane o in qualsiasi altra modalità “sfusa” conviene da molti punti di vista, così facendo si riduce infatti l’inquinamento causato dagli imballaggi e si risparmia dal punto di vista economico.

Inoltre, il corpo umano di un adulto è composto per il 70% del suo peso da acqua. Parafrasando la celebre frase di Feuerbach “L’uomo è ciò che mangia” sarebbe più corretto aggiungere “L’uomo è ciò che mangia e beve”. Dunque risulta importante bere acqua di qualità ed è ciò che Slow Food propone con Lurisia, official partner dell’evento e del progetto sistemico nei Laboratori del Gusto dove verrà fornita acqua imbottigliata in vetro con il sistema del vuoto a rendere, un metodo basato sulla riconsegna e sul riutilizzo della bottiglia in vetro.terramadreacquabottigliettaln

Ogni giorno in Italia consumiamo in media 236 litri di acqua potabile a persona, uno dei tassi più alti in Europa (fonte World Water Forum 2012). Presa coscienza dello scenario, l’impegno nel non sprecare l’acqua e nel non inquinarla deve concretizzarsi quotidianamente attraverso l’adozione di pratiche e comportamenti virtuosi. Bisogna impegnarsi per esempio a evitare diete sbilanciate verso prodotti di origine animale, che hanno un impatto idrico maggiore a causa dell’acqua impiegata per produrre il foraggio: basti pensare che servono più di 15 mila litri d’acqua per 1 chilogrammo di carne bovina (fonte waterfootprint.org).

Un altro importante accorgimento è quello di acquistare frutta e verdura di stagione in quanto la loro produzione e distribuzione consuma minori quantitativi di acqua. È importante anche non inquinare le risorse idriche evitando per esempio di smaltire i rifiuti gettandoli nello scarico. Per esempio disperdere nell’ambiente 1 litro di olio usato inquina sino a 1000 metri cubi d’acqua.

Marcello Di Meglio

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