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Slow Food: emesso francobollo per i 30 anni di attività dell’associazione

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slowfoodfrancobollolnCUNEO 27 LUG. È stato presentato ieri a Bra (Cn) il francobollo speciale emesso per i 30 anni di attività dell’associazione della Chiocciola. La cerimonia si è svolta in Piazza Carlo Alberto alla presenza del Sindaco Bruna Sibille, di Pietro La Bruna Responsabile Nazionale della Filatelia di Poste Italiane e di Daniele Buttignol Segretario Generale di “Slow Food”.

“Festeggiare i 30 anni di “Slow Food” in Italia è un traguardo che riempie di soddisfazione per tutti i progetti avviati, per la rete creata in Italia e nel mondo, per tutte le persone che credono nell’associazione e ogni giorno si battono per garantire il diritto a un cibo buono, pulito e giusto per tutti” – commenta Daniele Buttignol (in foto).

“Siamo orgogliosi per questo francobollo che il Ministero dello Sviluppo Economico ha voluto dedicarci e che arriverà in tutte le case italiane, a simboleggiare la strada che la Chiocciola ha fatto fin dal 1986 e che farà ancora grazie all’aiuto e al sostegno di tutti i soci che partecipano alle nostre attività”.buttigliondanieleln

Fin dalla sua nascita “Slow Food” è stata fortemente radicata nel territorio, come ricorda Bruna Sibille (in foto), Sindaco di Bra: “Se ogni celebrazione è un momento in cui si stilano bilanci, una storia incredibile come quella di “Slow Food” merita di essere celebrata con il francobollo dedicato all’organizzazione nata e che ha il suo quartier generale nella nostra città. Una presenza che ha cambiato la città, anche per effetto delle tante iniziative che da “Slow Food” sono partite, come ad esempio il recupero dell’Agenzia di Pollenzo e l’avvio dei corsi dell’Università di Scienze Gastronomiche.sibillebrunaln

Fare un bilancio significa però guardarsi alle spalle e rendicontare un’attività che partita dal Piemonte oggi è nota in tutto il mondo, con un impegno che ha fatto acquisire prima autorevolezza e poi efficacia alle battaglie portate avanti dal movimento. Ma fare un bilancio significa anche fare il punto sul passato per programmare al meglio il futuro e la gioventù di “Slow Food” è la migliore garanzia per immaginare che anche nei prossimi trent’anni, sui tanti temi su cui è impegnata, non abbasserà mai la guardia”.

“La filatelia – ha proseguito Pietro La Bruna, Responsabile Nazionale della Filatelia di Poste Italiane – racconta ogni giorno per immagini e con sintesi straordinaria la storia, i personaggi, le eccellenze del nostro Paese. “Slow Food” rappresenta appunto un’eccellenza, un unicum dell’Italia, ammirata e apprezzata in tutto il mondo, che il francobollo è capace di narrare in modo efficace e suggestivo. Il francobollo è infatti una forma d’arte straordinaria, un oggetto semplice e capace al tempo stesso di custodire e diffondere i valori della cultura italiana, di raccontarne la storia” – continua La Bruna – “il pregio e l’importanza del francobollo si legano indissolubilmente al piacere di scrivere ai propri familiari, a un amico, alla persona amata, e all’emozione di ricevere una lettera o una cartolina, inviata magari dall’altro capo del mondo come segno di affetto di chi ci pensa. Il ruolo della filatelia è anche questo, far rivivere emozioni grandi, da gustare lentamente, come un buon piatto della cucina italiana”.slowfoodfrancobollo30anniln

Il francobollo ordinario, disponibile in tutti gli uffici postali italiani e negli Spazi Filatelia, appartenente alla serie tematica le “Eccellenze del sistema produttivo ed economico”, ha un valore di  0,95€. È stato stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. e raffigura il logo dell’Associazione Slow Food Italia. Completano il francobollo le date “1986 2016”, la  scritta  “ITALIA”. Per tutti i collezionisti e non, lo Sportello Filatelico dell’ufficio postale di Bra (CN) ha utilizzato, nel primo giorno di emissione, l’annullo speciale realizzato da Filatelia di Poste Italiane.

L’appuntamento ora è a “Terra Madre Salone del Gusto”, a Torino dal 22 al 26 settembre prossimi “dove proseguire le celebrazioni dei 30 anni dell’associazione, scoprire i nuovi progetti, conoscere i protagonisti della rete in Italia e nel mondo, e ovviamente acquistare il nuovo francobollo!” – conclude Buttignol.

”Terra Madre Salone del Gusto” sarà una grande occasione per far passare un concetto di cui dobbiamo essere ben coscienti: la qualità del cibo è un diritto di tutti” ha già affermato il Presidente di “Slow Food” Carlo Petrini (in foto sotto), presentando a fine maggio a Milano la prossima edizione della manifestazione organizzata da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino e ora si sofferma sul messaggio politico di una kermesse che sperimenta un formato inedito, dispiegandosi in vari luoghi della città di Torino.salonegustologoa16ln

“Voler bene alla terra”, il tema della prossima edizione dell’evento, richiama l’esigenza di assumere ognuno in prima persona, nella quotidianità, il compito di prendersi cura della nostra casa comune” – spiega il fondatore dell’associazione della Chiocciola, per il quale “ciascuno di noi può farlo scegliendo il proprio cibo, assumendo consapevolezza di quanto l’alimentazione incida sulla qualità della vita, sull’ambiente, sulla società. Abbiamo tutti diritto a un cibo buono, pulito e giusto, ma abbiamo anche il dovere di adoperarci per esercitare questo diritto”.

La riaffermazione di questo diritto, per il Presidente di “Slow Food Italia” Gaetano Pascale, non può che passare attraverso il principale appuntamento dell’associazione: “”Terra Madre Salone del Gusto” storicamente costituisce il momento in cui Slow Food presenta il proprio lavoro di tutti i giorni. Portiamo alla ribalta, a contatto col grande pubblico, tutti i progetti su cui siamo impegnati: le attività sul fronte dell’educazione, le iniziative per la salvaguardia della biodiversità, le collaborazioni con soggetti istituzionali, associativi e imprenditoriali. E vogliamo farlo con un linguaggio semplice e coinvolgente. Perché lo scopo principale è sensibilizzare il maggior numero di persone sulle tematiche legate al cibo, alla produzione e alla distribuzione, sui coinvolgimenti sociali, economici e sulla salute di cui esso è portatore”.

petrinicarloterralnA vent’anni dalla prima edizione del Salone del Gusto (nell’autunno del 1996. n.d.r.) Slow Food ritiene che sia il momento di proporre queste riflessioni, questi contenuti e le sfide che essi si portano dietro, al più ampio pubblico possibile. Di qui la scelta di abbandonare il tradizionale format fieristico e inaugurare una formula originale, nella quale si riflette anche il piccolo cambiamento di nome della manifestazione con Terra Madre che passa in primo piano, come a volerci indicare la rotta. “Uscire allo scoperto” significa entrare nel tessuto sociale (di Torino, che simbolicamente rappresenta però qualsiasi realtà urbana del mondo), aprirsi a nuove platee, nuovi linguaggi, nuove sensibilità mai toccate in precedenza dal messaggio della Chiocciola. Significa sperimentare collaborazioni inedite e instaurare, attraverso le numerose e vivaci realtà culturali torinesi, un dialogo con il mondo dell’arte, della letteratura, del cinema, nell’ambito di un programma più creativo e partecipato che mai.

L’auspicio è che il capoluogo piemontese senta ancora più sua questa manifestazione, ormai da tempo uno degli eventi più qualificanti per la proposta culturale e turistica del territorio: “L’obiettivo – spiega Petrini – è proporre la cultura del cibo a 360 gradi, non solo nella visione della gastronomia classica. Per questo andremo a interagire, a partire da questa edizione e negli anni a venire, con quante più realtà possibili, incluse le periferie e quanti operano nel sociale: soggetti e luoghi sempre più oggetto di attenzione all’interno del perimetro di riflessione e azione di Slow Food”.

“Terra Madre Salone del Gusto 2016” è dedicato soprattutto a chi incontra per la prima volta la filosofia di Slow Food, che vogliamo immaginare idealmente accompagnato per mano da quanti sono già parte della rete della Chiocciola o comunque conoscono l’evento e le sue proposte. Nei cinque giorni della manifestazione offriremo dunque un “assaggio” delle moltissime attività che Slow Food organizza ogni giorno ai quattro angoli del mondo. I diversi format, a partire da quelli più classici sperimentati sin dalle prime edizioni dell’evento, si propongono di parlare a tutti i visitatori: dagli addetti ai lavori agli appassionati, dai curiosi ai neofiti, dai soci Slow Food di lungo corso ai bambini di ogni età.slowfoodsaveplanetln

Dal 1996 ad oggi tanta acqua è passata sotto i ponti della gastronomia: da quando il cibo non aveva spazio nella comunicazione, le produzioni di piccola scala vivevano ormai da qualche decennio un oblio crescente, dall’economia alla politica l’interesse per l’agricoltura era scarso e appariva destinato a diventare nullo. Lo scenario odierno è profondamente mutato e non vi è dubbio che Slow Food, anche attraverso la sua vetrina torinese biennale, abbia molto contribuito in tal senso, propiziando la nascita di una rete attiva ormai in tutto il mondo: “La realtà degli orti scolastici di Slow Food – ricorda Carlo Petrini – conta ormai su migliaia di esperienze. In Africa gli orti sono più di 3mila, ma impegnano già 50mila persone. Ci sono orti scolastici che sfamano più di mille bambini ogni giorno. Sono una goccia d’acqua nel problema africano, però esistono. Questo è ciò che la rete di Terra Madre vuole favorire”.

Tuttavia, a livello globale, le sfide sono lungi dal potersi considerare vinte. Semmai sono mutate le condizioni e nella scelta di grande cambiamento che caratterizza l’edizione 2016 di “Terra Madre Salone del Gusto” vi è anche il desiderio di adeguarsi a queste rinnovate sfide.slowfoodafricaciboln

La fame continua ad affliggere 800 milioni di persone nel mondo e, insieme, alle guerre e  ai cambiamenti climatici innesca giganteschi flussi migratori che scuotono le fondamenta della convivenza tra i popoli.  Questo fenomeno è sotto gli occhi di tutti e nessuno può chiamarsi fuori dalla ricerca collettiva e condivisa di soluzioni. Non possiamo pensare che siano argomenti che non ci riguardano, né possiamo considerarci immuni da responsabilità. Il cibo rappresenta un formidabile strumento per comprendere l’epoca che viviamo, con le sue complessità e contraddizioni, e può aiutarci a trovare le domande giuste, indispensabili per trovare anche le buone risposte.

A vent’anni dal primo appuntamento con la kermesse torinese, Slow Food crede che la battaglia più importante per il nostro futuro si giochi ancora sul cibo, sull’ambiente, sulla biodiversità, ovvero sulla relazione dell’uomo con la terra. Milioni di cittadini e cittadine del mondo possono mettere in campo la forza straordinaria dei legami sociali, della libertà di scelte consapevoli, della difesa dei beni comuni. Anche per questo “Slow Food” chiama a raccolta a Torino a fine settembre il popolo di Terra Madre, invitandolo a uscire allo scoperto per costruire un mondo migliore.

Il programma della manifestazione è disponibile sul sito www.slowfood.it

Marcello Di Meglio

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