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Niente più pellicce vere per le collezioni Armani

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Giorno Armani, dalla maison niente più pellicce vere

Giorno Armani, dalla maison niente più pellicce vere

MILANO. 29 MAR. Siamo tutti a conoscenza di come vengono martoriati  ed uccisi quegli animali le cui pellicce preziose hanno coperto le dolci spalle delle donne. Internet in questo senso ha molto aiutato la sensibilità di ognuno di noi facendo vedere video e foto tanto crudeli quanto veraci da aver tolto la voglia di indossare quegli animaletti ai più di noi. Ma questo non sarebbe bastato se anche i produttori  di abiti e pellicce non avessere capito che ai tempi di oggi per coprirsi dal caldo non è più necessario uccidere gli animali. Invece la presa di coscienza c’è stata e dopo Stella McCartney, che non fa uso di pelli e pellicce per le sue collezioni, insieme a Hugo Boss, Tommy Hilfiger e CalvinKlein, Elisabetta Franchi, Save the Duck, il piumino senza piume, anche  il gruppo Armani  ha anche lui deciso di abolire le pellicce animali da tutte le sue collezioni. Così  a  partire dalla stagione autunno-inverno 2016/2017 tutte le proposte del Gruppo saranno pertanto “Fur Free”.

“Sono lieto di annunciare il concreto impegno del Gruppo Armani alla totale abolizione dell’uso di pellicce animali nelle proprie collezioni. – ha detto Giorgio Armani –  Il progresso tecnologico raggiunto in questi anni ci permette di avere a disposizione valide alternative che rendono inutile il ricorso a pratiche crudeli nei confronti degli animali. Proseguendo il processo virtuoso intrapreso da tempo, la mia azienda compie quindi oggi un passo importante a testimonianza della particolare attenzione verso le delicate problematiche relative alla salvaguardia e al rispetto dell’ambiente e del mondo animale”.

L’annuncio è stato dato in accordo con la Fur Free Alliance Fur (FFA), la coalizione internazionale di oltre 40 importanti organizzazioni di protezione degli animali, rappresentata in Italia dalla LAV. Joh Vinding presidente della LAV, attesta come la scelta la di Giorgio Armani dimostri chiaramente che gli stilisti e i consumatori possono avere rispettivamente libertà creativa e prodotti di lusso senza per questo ricorrere alla crudeltà nei confronti degli animali.

Oltre ai grandi brand, hanno aderito anche catene più commerciali come Zara, American Apparel, Bershka, H&M e ASOS.

FRANCESCA CAMPONERO

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